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Il grano tenero Dimarco è una varietà che negli ultimi anni ha trovato grande spazio tra gli agricoltori piemontesi, grazie alla sua resa elevata, alla qualità molitoria ricercata dai mulini e alla capacità di adattarsi a diverse condizioni pedoclimatiche. Dimarco unisce infatti un ciclo precoce, una buona resistenza alle principali malattie e una tolleranza alla fusariosi della spiga, mantenendo basso il contenuto di DON anche in annate piovose. Inoltre, la sua taglia bassa e la resistenza all’allettamento garantiscono stabilità fino alla raccolta.
In questa guida vedremo un esempio pratico di piano colturale, con consigli tecnici utili per chi vuole coltivare questa varietà in Piemonte.
Preparazione del terreno e semina
La coltivazione del grano inizia dalla corretta gestione del terreno. In caso di ristoppio è consigliata l’aratura, utile a interrare residui colturali, spore fungine e semi di infestanti; in rotazione colturale, invece, può bastare un’erpicatura.

Per la semina, il periodo ideale in Piemonte va dal 10 ottobre al 10 novembre, ma Dimarco, essendo una varietà semi-alternativa, si presta bene anche alle semine tardive. In questi casi, però, è importante regolare densità e profondità.
“Semina la giusta densità alla giusta profondità“
In condizioni ottimali sono sufficienti circa 400 semi al metro quadrato, ma se si semina tardi o su terreni particolarmente zollosi conviene aumentare la densità fino al 20%.

“Se tardi a seminare, aumenta la densità di seme“
Nutrizione e concimazione
La concimazione gioca un ruolo determinante nel definire la resa finale. In pre-semina è fondamentale fornire fosforo e potassio per garantire un avvio equilibrato della coltura. Nei terreni acidi, inoltre, è opportuno correggere il pH con la calce. In questi casi il Centro Cereali mette a disposizione due servizi molto utili: la possibilità di effettuare analisi del terreno con piaccametro e il noleggio gratuito della spandicalce acquistando la calce da noi.
“Terreno acido? Chiedi il piaccametro“

La seconda fase di concimazione è quella dell’accestimento (tra metà febbraio e metà marzo), quando la pianta definisce il numero di spighe per metro. Qui è importante intervenire con azoto a pronto effetto, sia in forma nitrica che ammoniacale. Segue la concimazione di levata (tra metà marzo e metà aprile), dove consigliamo di combinare azoto a pronto effetto con prodotti a lento rilascio, come l’Urea Airtek, in grado di sostenere la pianta fino alla spigatura.
Diserbo e difesa fitosanitaria
Un diserbo efficace è indispensabile per contenere loietto e poa annua, oltre che i papaveri resistenti che si stanno diffondendo nella nostra zona. Per questo motivo è fondamentale intervenire già alla semina, senza rimandare alla primavera.
Sul fronte della difesa fitosanitaria, i fungicidi restano lo strumento principale. Ad aprile è bene intervenire contro la septoria e, in via preventiva, contro ruggini e oidio.
“Fungicidi: meglio prevenire che curare“
In fioritura è invece cruciale proteggere la spiga dalla fusariosi, che può compromettere la commercializzazione a causa delle micotossine. In condizioni climatiche avverse conviene anticipare il trattamento, già con il 60% delle spighe visibili.
Per quanto riguarda il ferretto, il momento chiave è la semina: in questa fase è infatti indispensabile applicare un geodisinfestante, poiché rappresenta l’unico momento utile per debellarlo in maniera efficace. Per quanto riguarda invece afidi e cimici, l’intervento insetticida può essere abbinato al trattamento contro la fusariosi, sempre valutando attentamente la soglia di infestazione che rende il trattamento realmente necessario.

Esempio numerico di coltivazione
Per rendere più concreti i consigli riportati, riportiamo un esempio di coltivazione del Dimarco su una giornata piemontese di terreno (circa 3.810 mq):
- Semina con 80 kg/g.ta di seme Dimarco
- Concimazione di pre-semina con 100 kg/g.ta
- Concimazione di accestimento con 70 kg/g.ta
- Concimazione di levata con 100 kg/g.ta
- Diserbi e fitosanitari variabili in base alle problematiche e ai prodotti scelti
- La produzione attesa è di circa 30 q.li/g.ta, un dato che si conferma elevato e in linea con i valori di punta che caratterizzano la varietà Dimarco
Conclusioni
Il grano Dimarco rappresenta una scelta vincente per gli agricoltori piemontesi che vogliono unire produttività, qualità molitoria e sicurezza sanitaria. Grazie alla sua adattabilità, è possibile coltivarlo con successo in diversi contesti, purché si seguano con attenzione le buone pratiche agronomiche.
Il Centro Cereali Carmagnola affianca gli agricoltori in ogni fase, dalla semina al raccolto, offrendo:
- seme certificato Dimarco,
- assistenza tecnica in campo,
- prove del terreno con il piaccametro e noleggio gratuito della spandicalce,
- piani di coltivazione personalizzati.
Se vuoi ottenere il massimo dalla coltivazione del Dimarco, contattaci: i nostri esperti sono a disposizione per accompagnarti passo dopo passo, dal seme al raccolto.
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